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Lista degli ex manicomi chiusi in Italia

Ex manicomio Mombello Il manicomio di Mombello, ex ospedale psichiatrico Antonini si trova a Limbiate (Monza). Luogo inquietante e ricco di padiglioni adagiati su un immenso parco, ora meta di vandali e fotografi ma anche curiosi

Ex manicomio Mombello

Il manicomio di Mombello, ex ospedale psichiatrico Antonini si trova a Limbiate (Monza). Luogo inquietante e ricco di padiglioni adagiati su un immenso parco, ora meta di vandali e fotografi ma anche curiosi e dediti a Urbex.

Nell’agosto del 1865 i malati vennero trasferiti dalla Senavra alla villa pusterla crivelli di Mombello, a causa di sovraffollamento e a una epidemia di colera. La villa fu quartier generale di Napoleone Bonaparte durante la campagna d’Italia, preferita dallo stesso alla reggia di Monza. Questo ospedale fu una città, colonia per i malati adibiti ad attività riabilitative quindi con vari laboratori, orti e giardini mentre gli agitati venivano tenuti in isolamento nell’area detta Campo della Palma, della quale rimane solo un imponente cancello a ricordare i tempi passati. Il manicomio fu anche luogo di prigionia e poi di morte del figlio segreto di Benito Mussolini avuto dall’amante Ida Dalser, anche lei poi successivamente internata in un’altra struttura.

Si dice che fu internato proprio nel reparto degli agitati. Dopo la seconda guerra mondiale Mombello iniziò a perdere lustro finché nel 1978 la legge basaglia pose fine all’epoca degli internati.

Ex manicomio di Voghera

Situato in provincia di Pavia, era uno dei più sorvegliati in Lombardia e all’epoca lontano dall’area abitata. Fu costruito nel 1876 e fu inizialmente retto dallo psichiatra Augusto Tamburini e poi da Giuseppe Antonini, colui che poi andrà a dirigere il manicomio di Mombello. Questo edificio comprendeva un’area a forma circolare per ospitare i pazienti più agitati, ovvero la rotonda, una specie di prigione con celle senza finestre e letti stretti a terra. L’ospedale fu chiuso definitivamente nel 1998.

Ex manicomio di Collegno

Il manicomio di Collegno era situato nella struttura della certosa reale di Collegno, antico monastero in provincia di Torino. Questa struttura fu costruita dietro commissione di Cristina di Francia nel 1641 ispirandosi alla certosa di Grenoble e fu la sede dei certosini fino alla metà del XIX secolo arricchirono l’edificio. La struttura divenne un manicomio e divenne famosa nel 1927 per il caso dello smemorato di Collegno. Nel 1930 fu costruito un reparto adibito a ospitare i pensionati ovvero il Ville regina Margherita. Negli anni 40 divenne una specie di città per via dell’aumento dei padiglioni cosi che venne costruita addirittura una linea ferroviaria per collegare le varie aree.

Ex manicomio di Volterra

L’ospedale nacque nel 1884 come ospizio per i mendicanti. Nel 1896 l’ingegnere Filippo allegri ebbe ordine di fare un progetto per farlo divenire un vero e proprio manicomio. Nell’aprile 1900 fu affidato l’incarico di presiedere l’istituto a Luigi Scabia che avviò subito trattative per trasferire i malati dal manicomio di Como a quello di Volterra. I malati vennero trasferiti da Como a Volterra con un treno apposito al loro viaggio verso la nuova struttura. Nel corso del novecento i malati provenivano da varie provincie: Pisa, Livorno, La spezia, Savona, Imperia ecc… e nella metà del secolo vi contarono più di 4000 presenze a Volterra. Vennero costruiti sempre più padiglioni per ospitare sempre più degenti, tutti chiamati col nome dei maggiori alienisti dell’epoca. Vi fu un reparto costruito per accogliere quelli più agitati e pericolosi, Il cosiddetto Ferri.

Ex manicomio di Maggiano a Lucca

L’ospedale psichiatrico di Lucca nasce nella seconda metà del settecento, quando il monastero dei canonici lateranensi di S.maria di Fregionaia venne soppresso e sostituito da una struttura per il ricovero dei malati mentali . Nel 1772 fino al 1775 i lavori di ampliamento dell’ex struttura monastica per adattarla al nuovo scopo.

Nel 1773 fu aperto ufficialmente lo spedale de pazzi di Fregionaia e accolse i primi undici folli, venuti dal carcere cittadino Della torre.  Oggi l’ospedale Maggiano appare come tanti manicomi, padiglioni adagiati sui prati nell’entroterra di Lucca e comprendeva molte strutture adibite a lavanderie, officine, cucine e dormitori. Da una semplice custodia dei malati nel secondo decennio dell’ottocento fu compresa l’attività manuale per riabilitare i malati, le donne erano occupate nelle pulizie e gli uomini nei lavori agricoli. Fino al 1975 il manicomio ospitò un gran numero di malati, arrivando a ben 2000 presenze.

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