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Studenti pistoiesi al campus estivo di Fondazione Caript, esperienza formativa e di vita

In Friuli con il campus estivo dell'Accademia Giovani per la Scienza Per 22 studenti pistoiesi un’esperienza formativa e di vita: un racconto in prima persona Con base a Udine e trasferte a Trieste e Gorizia, 22 studenti

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In Friuli con il campus estivo dell’Accademia Giovani per la Scienza
Per 22 studenti pistoiesi un’esperienza formativa e di vita: un racconto in prima persona

Con base a Udine e trasferte a Trieste e Gorizia, 22 studenti pistoiesi di scuole superiori vivono l’esperienza del campus estivo organizzato dall’Accademia Giovani per la Scienza. Il programma del campus, svolto dal 10 al 17 luglio, propone molte attività che, grazie alla collaborazione dell’Università di Udine, spaziano da laboratori di varie discipline (come matematica, fisica, biotecnologie, geologia, scienze giuridiche) a incontri, conferenze e visite guidate a musei e siti archeologici.

L’Accademia è un’iniziativa di Fondazione Caript che, attraverso un apposito bando, seleziona, in base ai titoli in curriculum e a colloqui attitudinali, studenti delle superiori che partecipano quindi a un percorso di alta formazione, di cui i campus rappresentano l’esperienza più coinvolgente e immersiva.

Lavorando da alcuni mesi all’ufficio comunicazione e stampa della Fondazione, mi è stato chiesto di seguire il gruppo del campus estivo in Friuli per rendermi conto in prima persona di che tipo di esperienza, in effetti, si tratta.

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Laboratorio di geologia

La qualità delle iniziative proposte non è stata una sorpresa, essendo comunque di ambito universitario, mentre diverse sorprese sono venute dall’osservare gli stessi studenti e come vivono quanto viene loro sottoposto.

A riservare la prima sorpresa è stato il livello di preparazione di ragazze e ragazzi, che provengono da scuole di vario genere (come il liceo scientifico, gli istituti Pacini e Fedi Fermi di Pistoia, il Capitini di Agliana) perché la profondità di conoscenza nelle materie dei loro studi, che ho potuto riscontrare direttamente, mi ha fatto molto riflettere sulle effettive potenzialità didattiche e formative di una scuola pubblica spesso bistrattata nella consueta narrazione del nostro sistema scolastico.

Ancora più sorprendente è stata la passione manifestata da questi giovani, che è palpabile e si rivela, ad esempio, nelle animate discussioni che, negli spazi di tempo libero, seguono ogni esperienza precedentemente vissuta. È una passione che poco ha a che fare con ambizioni di carriera e che, invece, molto è proiettata sulla volontà di fare in futuro qualcosa di fruttuoso per gli altri e per la società.

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Laboratorio di geologia

Mi è rimasta davvero impressa, a questo riguardo, una frase che ho ascoltato in un dialogo a tavola durante una cena. Si parlava delle prospettive future di lavoro e un ragazzo ha risposto così a una domanda di una compagna: “Non mi interessano i soldi, mi interessa fare un lavoro che sia utile a tutti”.

Sottolineo che io ho ascoltato la conversazione casualmente, non essendone tra i partecipanti e che questa si è svolta tra due adolescenti.

Credevo che la curiosità e, perché no, la sete di conoscenza fossero dati di fatto per così dire alquanto assopiti in un contesto nel quale, almeno all’apparenza, i social sembrano avere soppiantato la lettura. Dopo che, in varie occasioni, per il bombardamento incessante di domande che gli studenti rivolgevano ai loro interlocutori, ho rischiato di saltare il pranzo a causa di orari sforati, anche in questo mi sono dovuto ricredere.

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Visita a un sito archeologico

Un’ultima annotazione, che riguarda lo spirito di gruppo. Mi ha molto colpito, infatti, il tentativo corale fatto dagli studenti per cercare di convincere un loro compagno a fare una scelta evidentemente impegnativa: affrontare la selezione per accedere alla Normale di Pisa.

Il ragazzo sosteneva di non essere all’altezza ma gli altri, facendo leva sul talento nella matematica, che all’unisono gli riconoscevano, cercavano con gli argomenti più disparati di motivarlo a tentare la prova. È stata, devo ammettere, una scena emozionante.

Sono tutti piccoli episodi di un racconto che certo non riguarda fatti eclatanti, ma questa esperienza mi ha fatto molto riflettere, dopo che in lunghi anni di lavoro da giornalista spesso ho avuto a che fare con il mondo della scuola e con tanti studenti.

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Visita al Battistero di Udine

Mi ha fatto riflettere su quanto spesso sia rimasto io stesso vittima di luoghi comuni sulle nuove generazioni e mi ha fatto riflettere sulle volte nelle quali ho valutato in modo superficiale e sbrigativo la reale portata di esperienze che vengono sviluppate in campo didattico e formativo.

Alcuni giorni passati al campus estivo in Friuli con l’Accademia Giovani per la Scienza mi hanno permesso di osservare quanto accadeva attraverso lo sguardo di un gruppo di adolescenti ed è uno sguardo che dà fiducia e speranza per il futuro.

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