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Kosmos nuovo polo museale dell’Università di Pavia

Il 21 settembre 2019 inaugurerà Kosmos, il nuovo museo di storia naturale dell’Università di Pavia Il progetto ha comportato un grande lavoro di restauro della sede espositiva, 1200 mq all’interno di Palazzo Botta, e l’elaborazione di

Il 21 settembre 2019 inaugurerà Kosmos, il nuovo museo di storia naturale dell’Università di Pavia

Il progetto ha comportato un grande lavoro di restauro della sede espositiva, 1200 mq all’interno di Palazzo Botta, e l’elaborazione di un concept di allestimento decisamente innovativo. La filosofia espositiva del museo si basa sull’idea del viaggio come impresa scientifica, avventura, percorso esplorativo per illustrare la variabilità della natura, le acquisizioni scientifiche più straordinarie e le grandi problematiche globali del mondo attuale.

Infatti, attraverso la vita, i viaggi e le ricerche di grandi naturalisti come Charles Darwin, Alexander von Humboldt, Lazzaro Spallanzani, Carlo Linneo e Georges Cuvier, si afrontano temi quali i cambiamenti climatici, le grandi estinzioni delle specie, l’ecologia e l’impoverimento della biodiversità, il depauperamento delle risorse. I reperti storici della collezione, che annovera pezzi rari e risalenti al Sette e Ottocento, sono valorizzati all’interno di un allestimento moderno in grado di valorizzare le testimonianze del passato andando incontro alle funzioni e alle esigenze di un museo moderno.

Il percorso espositivo proposto si presta a essere fruito a più livelli, appositamente studiato per cercare di soddisfare differenti tipologie di pubblico: studenti, famiglie, bambini, appassionati e curiosi, senza tralasciare gli esperti e i ricercatori.

Nell’ottica di offrire un servizio il più possibile articolato alla comunità il museo osserva ampi orari di apertura. Sarà aperto 6 giorni la settimana (lunedì escluso), ad esclusione di 4 festività annuali, dalle 10.00 alle 18.00.

L’offerta al grande pubblico è ricca e diversificata, prevede visite guidate e laboratori per scuole e famiglie e altre attività che coniugano intrattenimento e divulgazione scientifica in occasioni particolari (feste di compleanno, notte in museo, campus estivi).

Contestualmente all’inaugurazione del percorso espositivo permanente, sarà aperta al pubblico la nuova sala delle mostre temporanee che, per l’occasione, ospiterà un evento speciale e di particolare impatto emotivo, culturale e scientifico, la mostra “Capire il cambiamento climatico. Plastica SOS dei mari”.

L’imponente scheletro di balenottera comune appeso al soffitto della sala sarà al centro di un allestimento immersivo dedicato al tema dell’inquinamento marino derivato dalle plastiche. Il progetto è sviluppato da National Geographic Society, in collaborazione con Università di Pavia, Otm Company e Studeo Group.

UniPv_Kosmos_1L’iniziativa propone al grande pubblico, all’interno di uno spazio esperienziale, gli scatti fotografici realizzati da grandi maestri della fotografia sul tema del mare e della sua tutela, minacciata ora più che mai dall’invasione di plastiche disperse, micro e nanoplastiche: scatti evocativi delle meraviglie del pianeta alternati a fotogrammi che mostrano gli stravolgimenti catastrofici causati dalle attività antropiche.

A fine percorso i visitatori saranno chiamati a mettersi alla prova in prima persona per valutare la propria impronta ambientale e mettere in pratica comportamenti virtuosi nel rispetto del pianeta.

L’ingresso alla mostra temporanea, che rimarrà aperta fino al 6 gennaio 2020, è compreso nel biglietto al Museo. Kosmos è stato realizzato grazie al contributo della Fondazione Cariplo e di Regione Lombardia.

UniPv_Kosmos_3I numeri
“Kosmos – Museo di Storia naturale di Pavia” Informazioni e curiosità
2.343 reperti totali in esposizione su 482.000 reperti posseduti e custoditi dal Museo.
Sono presenti inoltre: 13 video; 23 postazioni gioco (4 giochi multimediali + 9 giochi meccanici + 4 grafiche a muro + 6 cassetti grafici).
Metri espositivi 1.200 mq.
11 saloni espositivi permanenti e una suggestiva sala per le mostre temporanee.

La sede, Palazzo Botta
Edificato nel 1702 dal marchese Luigi Botta, fu una delle più eleganti dimore cittadine e, come scriveva Luigi Malaspina
nella sua guida di Pavia del 1819, “destinata all’alloggio de’ Principi”. Ospitò Napoleone Bonaparte (nel 1805, con la sua consorte Giuseppina), Francesco I d’Austria, l’arciduca Ferdinando d’Asburgo, il maresciallo Joseph Radetzky, Vittorio Emanuele II di Savoia. L’attuale edificio è il frutto dell’adattamento a istituti universitari quando, nel 1885, l’intero complesso fu ceduto dai marchesi Cusani, discendenti dei Botta, al demanio dello Stato e all’Università di Pavia. La facciata su piazza Botta, di gusto neoclassico, risale al 1892 ed è frutto dei lavori dell’ing. Leopoldo Mansueti.

UniPv_KosmosAttività specifiche
La proposta di Kosmos si arricchisce di visite guidate, laboratori e attività per le scuole e le famiglie. Il Museo è ispirato al tema del viaggio e si presenta come un percorso nella storia della scienza, segnato da un patrimonio naturalistico di eccezionale valore e guidato da personaggi del passato, da Lazzaro Spallanzani a Carlo Linneo, da Charles Darwin ad Alexander von Humboldt.
Completano la visita un percorso per bambini con exhibit e spazi dedicati, un bookshop e un giardino a disposizione dei visitatori.

Animale più antico: ippopotamo
Il reperto tassidermizzato arrivò nel 1783 al Museo di storia naturale di Pavia da Mantova per volere delle autorità
asburgiche. L’ippopotamo era sicuramente presente nelle collezioni della Celeste Galeria dei Gonzaga dal 1627 quando lo vide un visitatore tedesco in viaggio, all’epoca, in Italia. Secondo la tradizione, nel periodo mantovano l’ippopotamo tassidermizzato reggeva sul dorso il cadavere mummificato di Passerino Bonacolsi, dominatore di Mantova; nel 1328 era stato ucciso per volere di Luigi Gonzaga che aveva così potuto dare origine alla nuova fulgida dinastia.

Animale più recente: gazzella di Mohrr
La gazzella di Mohrr è una sottospecie della gazzella dama, una volta numerosa in Nord Africa, in particolare nelle regioni del deserto del Sahara. Oggi è ritenuta quasi estinta in natura a causa dei pochissimi esemplari rimasti ospitati in riserve. L’esemplare conservato presso il Museo Kosmos proviene dal bioparco Zoom Torino che collabora con la European Association of Zoos and Aquaria (EAZA) in un progetto di allevamento per la sua reintroduzione in natura, grazie alla buona riproduzione di questa specie in cattività.

Animale più grande: balenottera comune
Spiaggiata a Levanto, in Liguria, agli inizi del Novecento, lo scheletro della balenottera giunse al Museo di storia naturale di Pavia. Fu esposto, prima di oggi, nel 1999 in una mostra allestita presso il Castello Visconteo di Pavia per celebrare i 200 anni dalla morte di Lazzaro Spallanzani. Nel nuovo museo lo scheletro trova la sua definitiva collocazione nella suggestiva sala semicircolare che ospita le mostre temporanee, ancorato alle volte del soffitto e accogliendo i visitatori con i suoi 11 metri di lunghezza e i suoi 445 kg di peso.

Animale più piccolo tra i vertebrati esposti: topolino delle risaie
Così chiamato perché vive nelle risaie dove si costruisce un caratteristico nido di paglia e si ciba di semi. Ha una lunghezza di circa 6 cm. Quella esposto a Kosmos è una preparazione recente inserita in una ricostruzione dell’ambiente naturale delle risaie.

Animali più piccolo tra tutti i reperti esposti: gli insetti custoditi all’interno delle cassette entomologiche e un fossile di insetto conservato in ambra.

Animale più pesante 450 kg: elefante indiano (Shanti).
Nel 1772 il governatore francese di Chandannagar, nel Bengala, donò a Luigi XV di Francia un elefante indiano. L’animale, una femmina di due anni, affrontò un lungo viaggio per mare e sbarcò in Bretagna, marciando poi verso la ménagerie di Versailles. Diventato un’attrazione per gli ospiti reali, visse a corte per nove anni e morì nel 1782 dopo una caduta nelle acque di un canale. Il corpo, inviato al Jardin du Roi a Parigi, fu sezionato e successivamente studiato anche da Cuvier. Nel 1804 la sua pelle fu donata da Napoleone al Museo di storia naturale di Pavia.

Animale più raro: chiurlottello
Il chiurlottello è una delle specie di uccelli più minacciate del Vecchio Mondo con una popolazione globale stimata in meno di 50 individui. Malgrado sia stato attivato uno specifico piano d’azione per salvarlo, si ritiene che potrebbe giungere all’estinzione entro pochi anni. Secondo alcuni studiosi la specie potrebbe essersi già estinta.

Reperto più strano: cranio di narvalo con due denti
Il narvalo solitamente sviluppa in lunghezza solo il canino superiore sinistro e solo eccezionalmente entrambi i canini. Kosmos possiede un cranio con due denti in avorio lunghi circa 2 metri, collocati in una vetrina-diaframma del corridoio di Kosmos. Il reperto settecentesco appartiene al periodo in cui il museo nacque sotto l’egida di Maria Teresa d’Austria e si arricchì di validissimi esemplari grazie all’opera di Lazzaro Spallanzani

Reperto curioso: mandibola di balena
La biglietteria di Kosmos è controllata dall’alto da un custode speciale! Una emi-mandibola di Balena della Groenlandia di epoca settecentesca che, dall’alto del soffitto con i suoi 200 chilogrammi di peso, saluta i visitatori in ricordo del protochirurgo imperiale, il pavese Giovanni Alessandro Brambilla, che ne fece dono al Museo di storia naturale di Pavia, insieme ad una scapola e una vertebra.

Storie curiose
Giraffa nubiana (Giraffa camelopardalis camelopardalis)
La sottospecie, ora minacciata di estinzione, è presente in una ristretta area tra Etiopia e Sudan nota come Nubia. Si distingue dalle altre sottospecie per forma, distribuzione e colore delle macchie del mantello. Il reperto in mostra, un maschio di sei anni, faceva parte di un serraglio itinerante. Morto a Lodi nel 1858 a causa del rigore invernale, fu subito acquisito dall’ateneo pavese grazie a Giuseppe Balsamo Crivelli, all’epoca direttore del Museo, che ne fece preparare la pelle e lo scheletro esposti in una sala di Kosmos.

Gli esploratori
Nella sala dedicata agli esploratori, uno spazio è riservato a Luigi Robecchi Bricchetti (Pavia, 1855 – 1926). Di famiglia nobile, si iscrisse all’Università di Pavia ma si laureò in ingegneria in Germania a Karlsruhe. Uomo di vasta cultura e di inesauribile curiosità, dedicò tutta la vita all’esplorazione dell’Africa Orientale. Fu il primo europeo ad attraversare la penisola somala.

Nelle tre spedizioni effettuate, tra 1888 e 1891, nelle regioni dell’Etiopia e Somalia raccolse reperti etnografici e naturalistici di grande valore scientifico. Sono esposti in Kosmos il suo casco coloniale, la mappa originale – disegnata a mano – dei suoi viaggi in Somalia, terra all’epoca sconosciuta e dall’ingegnere pavese largamente esplorata , una serie di lance, un arco, uno scudo e numerosi oggetti somali appartenenti alla sua collezione etno-antropologica.

Altre informazioni sui reperti
Per la costruzione del museo sono stati sottoposti a controllo, pulizia e restauro tutti gli esemplari inseriti nelle vetrine e nei diorami della foresta pluviale tropicale birmana, della grande savana e ambiente desertico africano e della foresta e altipiano himalaiano). Già corretta Nella sezione dedicata a Lazzaro Spallanzani sono stati anche allestiti due armadi settecenteschi originali del museo. Il loro primo progetto risale all’architetto Giuseppe Piermarini.

Particolare cura è stata dedicata al giaguaro e al leone di Barberia e soprattutto a squalo mako, delfino, coccodrillo e ippopotamo: essi costituiscono i pezzi più antichi in mostra, sono stati acquisiti da Spallanzani stesso. Sono state controllate e restaurate anche le antiche saldature a piombo delle teche settecentesche per le statue “miologiche” (una rarità che nel 2011 aveva avuto un articolo pubblicato su Nature).

Oltre a Shanti (l’elefantessa di Napoleone) anche un elefante maschio africano, benché più giovane di un centinaio di anni, ha avuto necessità di notevoli restauri. È esposto a Kosmos dopo essere stato “nascosto” per più di cinquanta anni, accomunato nell’oblio ad un altro scheletro di elefante indiano. •
Tra i grandi animali non sono mai stati esposti al pubblico lo stambecco, la gazzella dama, i due caprioli e lo scheletro del rinoceronte bianco. Essi sono nuove acquisizioni.

Sono stati espressamente preparati, anche dai curatori del museo stesso, 73 modelli e ricostruzioni, ad integrazione delle vetrine e per uso didattico; solamente per la “spirale delle estinzioni” sono occorsi trenta modelli.

I calchi dei resti del grande squalo fossile del Cretaceo Superiore (tra 100 e 65 milioni di anni fa), distribuiti in undici frammenti di roccia, sono esposti sopra una sagoma che rende l’idea delle dimensioni. La lunghezza è stimata in più di sei metri.

Glossario
La tassidermia

Il termine (dal greco τάξις “ordine” e δέρμα “pelle”) indica una tecnica utilizzata nei musei di storia naturale per la conservazione degli animali. La procedura, spesso confusa con l’imbalsamazione, consiste nel rimuovere la pelle dal corpo di un esemplare e ricucirla addosso a un manichino che ne riproduce l’aspetto da vivo. La tassidermia, affermatasi come pratica nel corso del XVII secolo, ebbe un notevole sviluppo all’inizio dell’Ottocento grazie all’impiego di una pomata a base arsenicale che impediva l’attacco dei parassiti

La preparazione degli scheletri
Lo studio delle ossa animali è alla base della zoologia e dell’anatomia comparata. Nei musei di storia naturale la preparazione degli scheletri è quindi un’attività di particolare rilievo. Il processo inizia con la rimozione di pelle, visceri e gran parte della muscolatura. La carcassa viene poi sottoposta a macerazione in acqua per eliminare la parte organica rimasta. Lo scheletro pulito è successivamente sbiancato con acqua ossigenata e infine rimontato.

Biglietti “Kosmos – Museo di Storia naturale di Pavia”
Intero 6,00 €
Ridotto 4,00 €: ragazzi 6-26 anni (gratuito studenti UNIPV); adulti oltre i 65 anni ; scolaresche accompagnate dall’insegnante; possessori My Museum Card; gruppi di almeno 10 persone; dipendenti UNIPV; membri dell’Associazione Amici dell’Orto Botanico; insegnanti in visita privata; forze armate

Ingresso gratuito: bambini 0-5 anni; studenti UNIPV; diversamente abili/invalidi e un accompagnatore; guide turistiche, accompagnatori turistici, interpreti turistici con patentino; docenti accompagnatori di scolaresche; docenti nell’ambito dell’attività didattica legata alle scienze naturali; giornalisti

Filosofia espositiva
Il museo Kosmos, parola che in greco significava ‘ordine’, prende ispirazione dal tema del viaggio, inteso come impresa necessaria alla conoscenza della natura. Viaggiare consente di scoprire non solo spazi geografici ma nuovi confini scientifici e mentali. Il percorso espositivo di Kosmos svela la variabilità della natura, unisce il mondo reale a quello dell’immaginario, moltiplica le probabilità di incontro con fenomeni sconosciuti.

Dopo una prima sala destinata alla descrizione anatomica dell’uomo e degli animali, il percorso si concentra sulla figura di Lazzaro Spallanzani (sale 2, 3, 4), sulle sue esplorazioni e sulle ricerche che attribuirono grande prestigio al Museo di storia naturale di Pavia da lui fondato. La seconda sezione (sale 5-9) è dedicata allo sviluppo di concetti fondamentali della biologia moderna. La visita si conclude con un richiamo a temi di attualità sulla tutela della biodiversità e sul futuro del pianeta (sale 10-11).

Kosmos – Dichiarazioni
Fabio Rugge – Magnifico Rettore Università di Pavia
«Kosmos non è un museo. È un’esplorazione curiosa ed entusiasmante dell’universo creato dall’uomo. Dal Rinascimento in poi, è infatti lo sguardo dell’uomo a ordinare la realtà – sterminata verso l’alto e verso il basso – al cui centro l’uomo si è posto. Dal Rinascimento in poi, attraverso quella ricognizione sistematica e quella manipolazione ardita del mondo che chiamiamo scienza, l’uomo ha creato il suo universo. Kosmos narrerà questo atto creativo. Ne sorprenderà i passi e le immagini, ne svelerà il segreto, ne farà parlare i testimoni, ne raccoglierà le tracce, ne restituirà l’entusiasmo (parola la cui etimologia sembra rimandare alla presenza di un dio dentro di noi).

Kosmos non è un museo. È la testimonianza che quella creazione di cui siamo figli è anche nostra figlia, prodotta dalle menti, dalle emozioni e dagli accadimenti che hanno spinto l’uomo a ordinare l’universo, a dargli un senso, ad assegnargli dei nomi, a prescegliere alcuni tra gli infiniti nessi che ne permettono la vita. Kosmos è la testimonianza di quell’assoggettamento della realtà cui noi stessi siamo assoggettati. La storia che in questo luogo viene narrata è perciò la nostra storia.

La biologia, la chimica, la medicina, l’astronomia, la fisica che vi vengono rappresentate sono sì il prodotto della nostra ambizione di guidare il mondo, ma, al tempo stesso, sono le padrone della nostra esistenza, del nostro tragitto di umani. Dunque Kosmos nasce insaturo e imperfetto, aperto alle incognite dell’esplorazione. Quindi è per necessità plurale e modulare. Quello che inauguriamo oggi è infatti il mondo di Spallanzani: il mondo della storia naturale, del viaggio in quella storia e della storia di quel viaggio.

Ci fa scoprire gesti classificatori e vicende di estinzioni – e la progressiva rivelazione all’uomo della catena che lo lega al creato. Poiché Kosmos è un progetto, altri moduli, ovvero altri mondi, si aggiungeranno a quello della storia naturale: il mondo di Volta, che spiegherà come l’uomo abbia aggredito l’inesplicabile e gli abbia carpito e contemporaneamente imposto delle leggi; il mondo di Golgi, che sorprenderà nella cura dell’uomo l’intenzione suprema di questo affaticarsi attorno alla realtà: liberare il popolo degli umani dal dolore e dalla malattia, per accompagnarlo verso una vita felice.

Kosmos non è un museo ma la emersione, sorprendente e insieme studiata, di un patrimonio secolare. L’Università di Pavia, impresa eccezionale di molte intelligenze, di molto lavoro, ha trattenuto nella profondità della sua storia un giacimento di reperti, che testimoniano il costituirsi dello sguardo umano ordinatore del mondo. Attraverso Kosmos quei reperti riaffiorano e realizzano la narrazione di quello sguardo, ma anche il racconto di un’impresa che, con nome troppo piccolo, definiamo Ateneo.

Un nome troppo piccolo – a meno che non faccia riferimento a un universo, appunto, di cui uomini e donne di ogni epoca e di ogni paese – e in verità dell’intero mondo conosciuto – sono cittadini. A questo stesso largo uditorio Kosmos indirizza oggi la sua voce e il suo messaggio: che le scienze dell’uomo siano anche scienze per l’uomo, che la meraviglia del loro percorso illumini e ispiri il percorso ancora da compiere»

Paolo Mazzarello – Presidente del Sistema Museale di Ateneo
«Pavia se lo meritava per quanto ha regalato al mondo, in termini di conoscenza, dalla fisica alle scienze naturali fino alla medicina e alla cura dell’uomo: un luogo che raccontasse la grande avventura umana di fronte al mistero del creato. Da qui è nata l’idea di Kosmos, l’esposizione dell’Università di Pavia che partendo dalla storia – e utilizzando come icone simboliche delle principali aree tematiche Lazzaro Spallanzani, Alessandro Volta, Camillo Golgi – giungesse all’attualità e al futuro per esprimere con forza la presenza di un ordine nell’apparente multiformità del mondo misterioso in cui siamo immersi.

A questo scopo nessun edificio dell’ateneo era più indicato di Palazzo Botta dove, a partire dalla fine dell’Ottocento, furono realizzati fondamentali avanzamenti scientifici, ne rammento due fra gli altri: l’identificazione dell’apparato di Golgi – mattone fondamentale della cellula – e la scoperta della serotonina. Di questo progetto di divulgazione della cultura scientifica, giunge ora in porto il primo tassello tematico, quello legato al nome di Spallanzani. Depositati in vari luoghi dell’Università di Pavia gioielli del creato che impreziosirono le sue raccolte museali, arricchite in seguito dai suoi epigoni, attendevano da anni di tornare alla luce per spiegare la natura in un nuovo contesto.

Esemplari ormai estinti o scomparsi dall’ambiente geografico da cui provenivano, campioni naturalistici rari, preparati che avevano una storia straordinaria alle spalle (si pensi per esempio all’elefantina “di Napoleone” o all’ippopotamo “dei Gonzaga”), esseri immortalati per sempre nelle impronte paleontologiche, grandi e piccoli animali dei più diversi generi e famiglie zoologiche, nel loro insieme costituivano quasi il lessico di un enorme inventario dei viventi.

Dei molti modi attraverso cui combinare questo lessico per farlo esprimere comunicando il fascino della natura, si è scelta come cifra espositiva l’idea del viaggio come impresa scientifica. Attraverso l’esplorazione del creato sono infatti emersi i concetti fondamentali delle scienze biologiche attuali a partire da Spallanzani e dai sistematici del Settecento, come Linneo, chetrovarono un ordine nella natura, passando a figure emblematiche dello sviluppo scientifico successivo come Georges Cuvier che dimostrò l’esistenza di estinzioni remote di massa dei grandi mammiferi, fino ad Alexander von Humboldt che introdusse l’idea di interconnessione profonda di tutti gli esseri viventi con il mondo inanimato, dunque ponendosi alle origini della moderna idea di ecologia, fino a Charles Darwin e alla sua versione scientificamente fondata di evoluzione delle specie animali e vegetali.

Senza dimenticare la situazione attuale che scaturisce direttamente dal nostro passato, dominata dall’idea di possesso e sfruttamento senza ritegno della natura, che ha provocato disastri ecologici e la perdita continua della biodiversità, rendendo più povero il mondo in cui viviamo. Un dramma in cui siamo immersi ma che potrebbe trovare soluzioni all’interno di quella stessa natura tanto intensamente profanata.

Come il percorso finale di questa prima sezione di Kosmos prospetta in una visione realistica. Ormai più nessuno può fare a meno di una conoscenza delle idee fondamentali della biologia, una scienza che sta al cuore delle società umane sia dal punto di vista pratico, per l’impatto che ormai induce sulla nostra vita quotidiana, sia dal punto di vista culturale più ampio per i riflessi che esercita sulla filosofia, la religione e la letteratura.

Divulgarne le idee fondamentali, recuperandone le radici storiche e lo spessore avventuroso è quanto ci siamo proposti in questo percorso espositivo che cerca di tradurre gli oggetti in concetti. Attraverso l’idea del viaggio scientifico-naturalistico, questa prima sezione di Kosmos aspira a tracciare per il grande pubblico una sorta di storia e geografia della vita. Un impegno e un programma ambiziosi ma anche doverosi per un’Università storica come quella di Pavia, nella piena consapevolezza del valore, anche morale, della divulgazione scientifica».

Giorgio Mellerio – Direttore di Kosmos
«“Non solum discentium commodo sed etiam advenarum spectaculo”. [Non solo a beneficio degli studenti ma anche per la meraviglia dei turisti]. Abbiamo interpretato con linguaggio attuale questo desiderio del governo imperiale scritto da Vienna nel 1776 a Lazzaro Spallanzani.

È stato riaperto un palazzo storico e restituito alla fruizione del pubblico. Abbiamo esposto non dei reperti ma dei concetti: sala per sala, capitolo per capitolo, il visitatore sfoglierà un immaginario libro sulle idee fondamentali della biologia, viaggerà nel tempo e nei luoghi con gli esploratori e gli scienziati che hanno contribuito allo sviluppo della Scienza e alle collezioni del museo.

Concluderà il percorso di visita rendendosi conto dei problemi della conservazione della natura e confrontandoli con alcune delle azioni messe in atto dall’uomo per la salvaguardia, la sostenibilità e la tutela della biodiversità. Tutto ciò utilizzando reperti storici recuperati da un tesoro di beni culturali rimasto per anni, decenni, nascosto, dimenticato, in magazzini. E quello che si vede esposto è solo circa il 2% dei reperti totali del museo».

Kosmos | Pavia
Dati edilizi-economici del Servizio edilizia universitaria dell’Università di Pavia
L’intervento edilizio ha interessato circa 2.300 mq di superficie lorda di pavimento tra piano terra (1500 mq) situato in gran parte nell’ala settecentesca nord-est dell’antico cortile d’onore e nella contigua espansione tardo ottocentesca, e piano interrato (800 mq) dell’ala nord del palazzo Botta. Per informazione si aggiunge che la superficie complessiva del palazzo (certosina esclusa) è di circa 10.500 mq. La certosina è circa 2.750 mq.

Nel piano interrato, dedicato ai depositi museali, la superficie netta calpestabile destinata a deposito: 366 mq mentre gli spazi per l’impiantistica e di collegamento: 155 mq. Dal punto di vista edilizio gli spazi dell’interrato sono già pronti, ma non verranno compresi nella inaugurazione in quanto ancora privi di arredi.

Negli spazi per l’impiantistica è compresa la centrale termica. Sono stati infatti realizzati due pozzi geotermici (della profondità di 30 m ciascuno) nel cortile retrostante del palazzo per l’alimentazione dell’impianto meccanico con pompe di calore del nuovo museo. Questa architettura di impianto consente un minor consumo energetico utilizzando fonti rinnovabili. Durante la fase realizzativa dell’impianto di climatizzazione, l’Ateneo ha ritenuto opportuno valutare l’adeguamento della stessa tipologia di impianto anche nella porzione di piano terra non compresa nell’intervento del primo lotto.

Nel piano terra – museo Kosmos la superficie netta calpestabile sale espositive: è di 851 mq (di cui 129 mq di sala emiciclica per mostre temporanee) e poi devono aggiungersi l’aula, i locali a servizio dell’utenza (biglietteria, sala di attesa, guardaroba, servizi igienici) e 144 mq di spazi distributivi.

Investimenti economici
Il progetto ha ricevuto un cofinanziamento da parte della Fondazione Cariplo (400.000 euro) e di Regione Lombardia (1.000.000 euro).
Appalto lavori: ammontare complessivo netto di appalto a seguito delle varianti approvate € 2.215.336,47. Responsabile unico del procedimento ing. Silvia Lombardi. Lavori iniziati in data 28/05/2018 e terminati in data 18/07/2019. Progetto e direzione lavori prof. ing. Gian Michele Calvi. I lavori sono stati appaltati alla ditta Damiani Costruzioni e C.E.F.E.R.

Sono stati effettuati interventi specifici a corredo dei lavori di restauro e recupero.

I lavori di rinforzo strutturale delle volte del primo piano dell’ala settecentesca del palazzo hanno permesso di intervenire anche sulla porzione di copertura insistente sulla zona dell’edificio. In questo modo i lavori di rinforzo e sistemazione strutturale sull’involucro della porzione del fabbricato sono da ritenersi conclusi, consentendo così ai futuri lotti di intervento previsti sull’edificio, di non intaccare più questa parte che sarà già adibita a sede museale.

La copertura dell’ala settecentesca del palazzo è risultata ammalorata e interessata da infiltrazioni dovute alle acque meteoriche. In particolare l’intervento ha riguardato la revisione del manto in coppi, la rilavorazione dell’orditura, il posizionamento di un nuovo assito e di altri lavori per assicurare maggiore stabilità e durata. E’ stata inoltre installata la linea vita per garantire le successive operazioni di manutenzione in sicurezza. Nel corso dei lavori si è posto rimedio allo stato fessurativo delle volte, sono stati utilizzati sistemi di tiranti, è stata riparata e consolidata una trave lignea di capriata. Al piano terra sono state inserite due nuove catene, modificate le sezioni delle catene esistenti.

Per assicurare un maggior controllo dello stato delle volte affrescate del primo piano nella parte di quello che era l’appartamento di rappresentanza sono state rimosse tutte le superfetazioni e riportata la planimetria dei locali allo stato originale della fine dell’Ottocento. Gli affreschi, quadrature della prima metà del Settecento, sono stati stabilizzati anche mediante velinatura.

Appalto allestimenti: ammontare complessivo netto di appalto considerando la variante € 1.226.392,55 (di contratto invece € 1.160.692,54) + IVA. Responsabile unico del procedimento ing. Silvia Lombardi. Fornitura iniziata in data 21 marzo 2019. Progetto e direzione lavori MOMU Mostre e Musei (Ranica, BG). Appaltatore Gruppofallani srl (Marcon, VE).

A completamento degli importi economici, tra gli investimenti museali ci sarebbe anche la futura fornitura degli arredi dei depositi € 274.159,32 (già comprensivi di IVA)

L’appalto per la manutenzione ordinaria delle facciate e degli stendardi pubblicitari ammonta a circa 89.000,00 € + IVA.

Kosmos – Mostra temporanea:
“Capire il cambiamento climatico. Plastica: S.O.S. dai mari”
L’inaugurazione di Kosmos, il nuovo polo museale dell’Università di Pavia, verrà accompagnata da un evento speciale ospitato negli stessi ambienti del museo: un’esposizione curata dalla National Geographic Society, in collaborazione con Università di Pavia, Otm Company e Studeo Group e con la sponsorizzazione di ASM Pavia e IGPDecaux, che sarà visitabile fino al prossimo 6 gennaio.

La mostra, intitolata “Capire il cambiamento climatico. Plastica SOS dei mari” è un percorso didattico, interattivo e informativo (composto di foto, video, pannelli, reperti e installazioni artistiche) sull’emergenza climatica che sta coinvolgendo tutto il pianeta con un particolare approfondimento sulla plastica, materiale indispensabile e insostituibile per alcuni dei suoi usi, ma che oggi richiede un approccio di utilizzo e smaltimento nuovo, necessariamente basato sulla consapevolezza sul suo impatto ambientale.

La plastica costituisce il terzo materiale umano più presente sulla terra dopo acciaio e cemento; è diffusa ormai ovunque: se ne sono trovate tracce nei ghiacci e nelle grandi fosse marine. Si stima che un chilometro quadrato nei mari italiani ne contenga fino a 10 chilogrammi. I ricercatori considerano la plastica come un “tecno fossile” presente nelle stratificazioni geologiche: alle Hawaii sono infatti state individuate rocce definite “plastiglomerato” poiché la plastica è presente al loro interno.

Eppure è un materiale relativamente recente, nato nell’Ottocento quando un’azienda di New York, che produceva biglie per il biliardo in avorio, offrì 10 mila dollari a chiunque inventasse un materiale più economico e sostenibile. Da allora fa parte della nostra quotidianità. In alcuni casi essa è insostituibile e ha un ruolo salva-vita: basti pensare all’ambito sanitario con organi artificiali, valvole cardiache, cerotti, protesi, capsule e blister oltre a oggetti monouso come guanti, siringhe, sacche, tubi e provette che impediscono la trasmissione di infezioni.

È impensabile concepire un progresso senza plastica, è però fondamentale ripensarne il ciclo di vita. La maggior parte delle plastiche presenti nell’ambiente ha origine da prodotti monouso abbandonati che non sono stati sottoposti a raccolta differenziata e che spesso potrebbero essere sostituiti con oggetti biodegradabili. Il fronte di questa sfida è soprattutto in Europa, il secondo produttore di plastica al mondo dopo la Cina, dove si riversano in mare ogni anno tra 70 e 130 mila tonnellate di microplastiche.

La mostra allestita presso Kosmos (e visitabile negli orari del museo senza biglietto aggiuntivo) offrirà proprio un percorso didattico che darà una percezione tangibile e concreta dei consumi pro capite di materiale plastico monouso. Alcuni video con esclusive immagini d’autore girate dai documentaristi del National Geographic guideranno il visitatore dai mari più incontaminati del pianeta ad ambienti acquatici fortemente compromessi dalla diffusione di macro e mircoplastiche.

Sarà anche l’occasione per presentare alcune ricerche dell’Università di Pavia in ambito ambientale: uno studio sull’inquinamento acustico dei mari, una mappatura sulle invasioni “biologiche aliene” e un’indagine sull’acidificazione delle acque che causa lo scioglimento delle barriere coralline. Ai visitatori, alla fine del percorso espositivo, sarà richiesto di mettersi alla prova con un gioco che valuterà la propria “impronta ecologica” e la consapevolezza acquisita.

Una curiosità: in collaborazione con il movimento Cracking Art, Kosmos lancerà anche l’iniziativa “L’Arte rigenera la Cultura”. Saranno messe in vendita 100 piccole rane, opere artistiche in plastica rigenerata, che finanzieranno il restauro di una delle giraffe in esposizione. A raccolta conclusa, il restauro verrà eseguito presso il museo e i visitatori potranno assistere alle varie fasi dell’attività.

L’intenzione di Kosmos è quella di essere un museo vivo, partecipato, collaborativo, capace di mantenere sempre l’attenzione su temi di attualità, abbinando alla collezione permanente mostre di produzione interna a esposizioni personalizzate sulla base del patrimonio storico pavese: sono già stati stabiliti contatti con alcuni musei italiani e con la Cité des sciences et de l’industrie di Parigi (polo museale scientifico e didattico della città) per alcuni eventi di sicuro interesse nazionale.

Capire il cambiamento climatico. Plastica: S.O.S. dai mari
dal 21 settembre al 6 gennaio
Presso Kosmos, Piazza Botta 9 Pavia.
La mostra sarà aperta come il Museo da martedì a domenica ore 10-18 (ultimo ingresso ore 17.30) Nessun sovrapprezzo al biglietto d’ingresso

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Studeo group è un’agenzia creativa in costante trasformazione ed evoluzione che ha l’obiettivo di sperimentare e proporre nuovi modelli comunicativi. Il core business dell’agenzia è la creazione di spazi esperienziali ed exhibit multimediali non convenzionali. Competenze tecniche, culturali ed artistiche consentono a Studeo group di spaziare tra diversi ambiti: museale-artistico, aziendale-industriale, istituzionale.

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