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48 progetti di ricerca su Covid-19 all’Università di Pavia

La lotta dell’Università di Pavia al Coronavirus Sono 48 i progetti di ricerca in corso presentati al Ministero, che spaziano dall’epidemiologia al campo socio-economico Gli sforzi dell’Ateneo pavese sempre più concentrati su Covid-19 Quarantotto progetti di ricerca dedicati

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La lotta dell’Università di Pavia al Coronavirus
Sono 48 i progetti di ricerca in corso presentati al Ministero, che spaziano dall’epidemiologia al campo socio-economico
Gli sforzi dell’Ateneo pavese sempre più concentrati su Covid-19

Quarantotto progetti di ricerca dedicati al Coronavirus. Questo è il numero, in continua crescita giorno per giorno, delle ricerche in atto presso l’Università di Pavia, interamente dedicate a Covid-19.

Si va dall’epidemiologia alla statistica, dalla diagnosi alla bioingegneria, dall’economia alla neuropsicologia.

I 48 progetti di ricerca presentati al Ministero dell’Università di Pavia sono stati raccontati dal professor Mauro Freccero, Prorettore alla ricerca, in un video presente sul sito dell’ateneo: «Si tratta di un dato molto rilevante sia dal punto di vista qualitativo sia quantitativo. La ricerca non si è mai fermata all’Università di Pavia, oggi è ancora più orientata verso Covid-19, pur nel rispetto di tutte le norme di sicurezza» dice il docente nel video.

Ecco alcuni dei progetti citati, che danno l’idea dell’ampio spettro di azione.

Nel campo dell’epidemiologia, per esempio, sono in corso due progetti di stampo matematico. Uno mira a simulare con modelli numerici la dinamica di diffusione dell’epidemia, dividendo la curva di incidenza nel tempo fra quattro categorie, che sono: i suscettibili, gli esposti, gli infetti e i guariti. Un secondo progetto, che a sua volta può fornire dati utilissimi per gli studi epidemiologici, tende a costruire una statistica di quanti siano gli infetti non rilevati, sul territorio nazionale.

Naturalmente poi ci sono molte ricerche dedicate alla diagnosi del virus, che si muovono in due direzioni differenti: individuare gli infetti, tentando di quantificare la carica dell’RNA virale e identificare i soggetti immunizzati. In questo ambito si sta anche lavorando per individuare con un test rapido gli anticorpi anti Sars-cov-2 presenti nel plasma dei soggetti immunizzati.

Oltre alla diagnosi, la terapia: si lavora sia sulla sintesi di nuovi antivirali, sia sul riposizionamento di farmaci già esistenti che possano risultare efficaci.

Non potevano mancare la bioingegneria e l’informatica medica. In questo ambito la collaborazione è con molti altri centri di ricerca, sfruttando le piattaforme internazionali di scambio dei dati clinici dei pazienti per estrarre il maggior numero di informazioni; ma vi sono anche veri e propri centri di produzione di parti di ricambio per i vari sistemi di adattamento dei connettori per i sistemi di respirazione, di ingegnerizzazione delle valvole, di progettazione e costruzione di maschere e caschi.

E ancora, nel campo socio-economico si analizzano quantità altissime di dati quantitativi e testuali presenti sul web, per estrarre informazioni utili in diversi ambiti, non ultimo per valutare l’efficacia delle misure di contrasto locali, nazionali e internazionali di volta in volta adottate.

Infine, elemento di cruciale importanza in queste settimane intensissime, nell’ambito nella neuropsicologia sono in corso progetti di diagnosi e di terapia per disturbi correlati allo stress, in particolare dedicati agli operatori sanitari che sono impegnati direttamente nella lotta la virus.

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